Trentunesima puntata di Conflitti in corso: il conflitto e l’intelligenza emotiva
Nella trentunesima puntata della rubrica Conflitti in corso rispondiamo ad una persona che si chiede e ci chiede:
«Com’è possibile che quel mio famigliare, che mi odia così tanto e che passa sui miei sentimenti come un carrarmato, sappia essere così umano, gentile, comprensivo e affettuoso con le altre persone? Come potrebbe la mediazione risolvere quest’assurdità?».
Nel video, riflettendo sullo spiazzamento, la delusione e la sensazione di tradimento crudele che l’autore della mail propone, ci si sofferma brevemente sull’intelligenza emotiva (in particolare, sulle cinque basi a fondamento di essa, secondo David Goleman: la self awarness, come consapevolezza delle proprie emozioni; la self regulation cioè la capacità di gestirle; la motivation, vale a dire la capacità di agire senza essere vincolati da qualcosa o da qualcuno; l’empathy, cioè la comprensione dei sentimenti altrui; la socialization, che è la capacità di impiegare le precedenti competenze nelle situazioni sociali), per svolgere qualche riflessioni su come essa possa essere condizionata dalla dinamica conflittuale e supportata da un percorso di mediazione. Soprattutto, una mediazione in cui l’ascolto del mediatore adempia proprio alla funzione di aiutare i confliggenti a dare forma di pensiero alle loro emozioni e ai loro sentimenti.
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