Tesi di Stefania Guido: Complessità dell’ascolto, ascolto della complessità in mediazione familiare
La tesi di Stefania Guido, coordinatrice del Centro di Mediazione Penale della Città di Torino, per il Corso di Mediazione Familiare (Edizione XIV del Corso in Mediazione Familiare Novembre 2019, dell’Associazione Me.Dia.Re.) è un percorso di profonda riflessione – sul «conflitto, come condizione costituente l’essere umano»; sulla «complessa dimensione dell’amore nell’ambito della relazione di coppia», sui principali modelli di mediazione familiare e sull’ascolto, «quale dimensione privilegiata degli incontri di mediazione» – in cui vengono sapientemente connessi a spunti di notevole interesse forniti da pensieri sviluppati dalle «esperienze formative, di orientamento analitico», da lei precedentemente svolte.
Infatti, come osserva nelle conclusioni,
«sebbene non sia compito del mediatore risolvere i conflitti intrapsichici delle persone, tuttavia mi pare importante evidenziare che, per il mediatore, il non aver timore di trattare l’argomento “conflitto” e le sue differenti riverberazioni proceda dalla soggettiva elaborazione sulla questione». Inoltre, osserva, i contributi teorici che ha proposto sul tema del «riconoscimento possono offrire interessanti spunti di riflessione in merito alla possibilità di aperture verso la dimensione simbolica, dimensione che, essendo eminentemente collegata al pensiero e alla parola, può favorire un’uscita da spirali di azione e reazione». Analoga attenzione viene da lei riservato al «tema dell’amore», visto che «il conflitto di coppia riverbera improrogabili domande affettive, frequentemente di natura non razionale».
Ma se questi temi sono maggiormente correlati all’esperienza e ai vissuti dei protagonisti del conflitto, Stefania Guido non esclude dalla sua analisi anche la posizione delicata del mediatore, soffermandosi sulla complessità dell’ascolto che include una molteplicità di rischi, inclusi quelli connessi alla possibilità che
«un atteggiamento non giudicante, indispensabile a svolgere un processo di mediazione, può incorrere», scivoli inavvertitamente verso una sorta di «collusione». Il che presenta risvolti drammaticamente problematici «nelle situazioni liminali – dove cioè il conflitto vira verso forme di violenza», proponendosi il rischio che «questa stessa posizione non giudicante da parte del mediatore possa essere “ascoltata” e “fraintesa” da coloro che esercitano forme di violenza, soprattutto nei casi di violenza psicologica, come un “dare ragione a loro”».
Può cliccare qui chi è interessato a leggere la tesi di Mediazione Familiare Stefania Guido.
Le altre tesi sulla mediazione familiare dei partecipanti ai corsi di Me.Dia.Re. si trovano nella pagina Tesi dei Corsi di Mediazione Familiare, Penale…
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!