Tesi di Cristina Donadio: Mediazione familiare e mediazione in ambito socio sanitario, due pratiche a confronto
La tesi proposta da Cristina Donadio alla fine del corso (Edizione IX del Corso in Mediazione Familiare Novembre 2016 – Maggio 2018, dell’Associazione Me.Dia.Re.) è direttamente riconducibile alla sua esperienza di direttrice di una Residenza Socio Sanitaria, di responsabile del personale e del servizio di un’altra Residenza Socio Sanitaria, e di coordinatrice di una Casa Famiglia nonché di un’équipe operante presso un Centro di Salute Mentale, che l’ha portata a rilevare due aspetti di particolare significato. Il primo molti riguarda la riconducibilità di molti conflitti che si manifestano sul piano sanitario-organizzativo ad un retroterra privato, dal momento che affondano in realtà le loro radici nell’ambito familiare.
La seconda osservazione riguarda “l’analogia dei conflitti tra i coniugi e i conflitti che si sviluppano tra gli ospiti di Case di Riposo e Case Famiglia”. A questo proposito spiega già nell’introduzione:
“gli ospiti vivono la propria quotidianità all’interno delle strutture, mettono in gioco dinamiche consolidate e acquisite presso le famiglie di origine, coltivano meccanismi di protezione verso gli ospiti ritenuti più fragili, danno sfogo a gelosie e sentimenti profondi. Il tutto ricorda relazioni e conflitti più simili a quelli individuabili in una famiglia, piuttosto che in un contesto organizzativo”.
La conclusione della sua analisi è che, poiché spesso è molto più facile proiettare la propria insoddisfazione, afferente un piano privato, sul contesto formale, operando una traslazione del conflitto familiare sul versante socio-sanitario organizzativo,
“se l’operatore sociale si sente attaccato in quanto lavoratore e in quanto persona, è molto più difficile che agisca correttamente e non commetta errori di comunicazione. In contesti dove si lavora con le famiglie sarebbe opportuno svolgere una buona formazione del personale rispetto a questi rischi, invece accade spesso che i conflitti sorti nella sfera familiare si proiettino nel contesto organizzativo e non vi sia una riflessione o un riconoscimento di questo processo né da parte degli operatori, né da parte dei medici, né, di conseguenza, da parte degli attori interessati. In questi casi si assiste a continui dislocamenti delle responsabilità, dove i soggetti coinvolti proiettano la propria responsabilità sugli altri (…) La mediazione può smussare gli angoli spigolosi nei quali gli attori sono intrappolati nelle rispettive solitudini.
Può cliccare qui chi è interessato a leggere la tesi di Mediazione Familiare di Cristina Donadio, che abbiamo anche intervistato (qui) per la rubrica Interviste ad ex corsisti.
Le altre tesi sulla mediazione familiare dei partecipanti ai corsi di Me.Dia.Re. si trovano nella pagina Tesi dei Corsi di Mediazione Familiare, Penale…
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