Stand by me | Il contributo del supporto psicologico all’inclusione dei migranti
Intervista ad Alberto Quattrocolo
Il supporto psicologico è uno strumento simbolico e concreto di riconoscimento della persona in quanto tale.
Parlando d’inclusione, qual è la prima immagine che ti viene in mente?
Le classi dei miei figli al nido e alla scuola materna.
Puoi raccontarci in breve qual è il tuo ambito d’impegno sul tema della migrazione?
Un lavoro dietro le quinte e che consiste nel cercare di realizzare le condizioni istituzionali ed economiche che consentono la realizzazione dei progetti di sostegno psicologico e gli altri tesi all’inclusione.
Quale può essere il contributo del supporto psicologico all’inclusione dei migranti?
In molti casi il contributo è quello all’elaborazione della sofferenza, dell’ansia, dell’impotenza e della frustrazione legate agli ostacoli – inclusi quelli di matrice istituzionale – frapposti al processo di inclusione; ma, più in generale, vale a costituire uno strumento simbolico e concreto di riconoscimento della persona in quanto tale. E ciò, del resto, vale anche per le analoghe attività di sostegno per chi migrante non è.
ALBERTO QUATTROCOLO
Alberto Quattrocolo è Presidente di Me.Dia.Re. dal 2003 e docente di tutte le attività formative svolte dall’associazione sulla conflittualità in ambito sanitario. Svolge attività di supervisione per alcune delle équipe formate nelle diverse Organizzazioni Sanitarie ed è autore di diverse pubblicazioni in materia di mediazione dei conflitti, responsabilità professionale, ascolto e mediazione dei conflitti in sanità.