Stand by me | La parola agli operatori di Me.Dia.Re.
Intervista a Enrico Tuninetti sul sostegno psicologico ai minori stranieri
Qual è la tua professione e qual è il tuo ruolo all’interno di Me.Dia.Re.?
Sono Enrico Tuninetti, psicologo-psicoterapeuta individuale e di gruppo, collaboro con Me.Dia.Re. e Psicologi nel Mondo-Torino dal 2013, quando sono stato contattato dalle due associazioni per via della mia esperienza di lavoro con i minori stranieri che presentavano problematiche di tipo psichiatrico. Tra il 2014 e il 2016 ho lavorato per Me.Dia.Re. nell’ambito del Progetto Masnà, progetto avviato in collaborazione con il Servizio Minori Stranieri della Città di Torino, che mira a offrire sostegno psicologico e psico-sociale a minori stranieri richiedenti asilo, rifugiati politici o titolari di protezione internazionale. In particolare mi sono occupato sia della parte clinica dei colloqui di sostegno, sia di quella esperienziale dei laboratori di Teatro di Comunità e Multimediale. Ho inoltre iniziato a seguire, a seguito della maternità di una collega, anche il Progetto Hopeland, un progetto di sostegno psicologico per rifugiati, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale e umanitaria adulti collocato all’interno dello SPRAR.
A distanza di quattro anni, sono socio dell’Associazione Me.Dia.Re e coordino la nuova edizione del Progetto Minori del Comune di Torino. Esso prevede, oltre al supporto psicoterapeutico e all’accompagnamento psicologico all’audizione in Commissione Territoriale, altre azioni progettuali quali ad esempio: attività terapeutiche di gruppo rivolte ai minori (laboratori di arteterapia, teatro di comunità e musicoterapia), attività di supervisione rivolta agli operatori del Comune di Torino e agli operatori delle strutture di accoglienza, l’organizzazione di gruppi lavoro con gli operatori del Comune e della rete nel corso dei quali delle mini-équipe condotte da psicologi-psicoterapeuti si focalizzano sui progetti educativi individuali dei beneficiari, etc.
Ci puoi raccontare qual è il senso del Progetto Minori?
Il senso del progetto è quello di accompagnare e accogliere i minori migranti aiutandoli a essere soggetti della propria esperienza migratoria, ascoltare ed essere testimoni della loro storia e del loro viaggio, aiutarli ad attraversare choc culturali e co-costruire insieme a loro una narrazione che provi a dare significato a esperienze traumatiche altrimenti difficilmente esprimibili, comunicabili e pensabili.
Ascoltando come psicologo le storie dei ragazzi stranieri, quali emozioni e sentimenti vengono suscitati?
Il lavoro con i minori è un lavoro complesso ed emotivamente difficile, che ci mette molto in discussione come professionisti, ci interroga sulle nostre categorie di riferimento e sul potere che queste categorie hanno sull’altro. Ritengo tuttavia che un buon lavoro di rete, e in questa includo tutte le persone coinvolte nella loro presa in carico e nella cogestione e co-progettazione del loro percorso di integrazione (educatori, antropologi, assistenti sociali, avvocati, psichiatri, rappresentanti delle istituzioni politiche e religiose del territorio, ecc.), sia necessario in un’ottica preventiva e non solo emergenziale, affinché questi ragazzi passino dall’erranza all’itineranza, cioè possano essere consapevoli del proprio progetto migratorio anziché subirlo soltanto.
Quali sono i principali aspetti, i vissuti, che rilevi nei minori stranieri beneficiari del progetto?
I vissuti ricorrenti di cui siamo testimoni in seduta hanno spesso a che fare con la perdita, l’esilio, l’alienazione, la nostalgia, la violenza. Queste persone spesso hanno vissuto cose infernali, si sono salvati la pelle a un prezzo che non potremo mai capire, e cosa ne fanno della violenza che hanno dentro di sé, sia quella subita che quella perpetrata? Oltre ad aspetti contestuali di natura economica, geopolitica e istituzionale, di cui dobbiamo essere a conoscenza come professionisti, tali vissuti se non elaborati possono portare a esiti infausti per noi e per loro, dalla radicalizzazione all’autodistruzione, il cui costo è pagato dalla società tutta.