Il rapido 904 esplode e l’Appennino trema
Come oggi, quel 23 dicembre 1984 era vissuto da persone che viaggiavano da una parte all’altra dell’Italia per ricongiungersi ai propri cari, in vista del Natale e delle feste. L’Antivigilia: ormai manca poco alla magica notte, ai regali, ai pranzi e alle cene in famiglia. Su quel giorno, tuttavia, calò un velo di tristezza e dolore, che coprì tutto il nostro paese.
Il buio era ormai sceso sulla penisola e il treno entrò nella galleria da cui non sarebbe più uscito. Non intero quantomeno. A metà tunnel, la bomba fece scoppiare la nona carrozza come un palloncino, uccidendo 15 persone e ferendone 267. Erano passati dieci anni dalla strage dell’Italicus, esploso a breve distanza dall’uscita, probabilmente a causa di un errore di calcolo nell’attivazione del timer. In questo caso, gli attentatori, forse proprio grazie all’esplosione precedente, indovinarono il tempo corretto: il treno si fermò a circa una decina di chilometri sia dall’entrata che dall’uscita. Fortunatamente, il numero di vittime non variò tanto quanto si temeva.
Magra consolazione. La Grande Galleria dell’Appennino diventa nuovamente scenario di morte. E di misteri.
Chi ha messo la bomba? Chi gliel’ha ordinato? Perché? Sono coinvolte delle istituzioni anche in questo caso?
La magistratura provò a rispondere a queste e altre domande con vari procedimenti e diversi gradi di giudizio. L’ultima risposta si è avuta nel 2015, con Salvatore Riina assolto per insufficienza di prove rispetto al mandato della strage. Un altro mafioso di spicco fu coinvolto nella vicenda: Giuseppe ‘Pippo’ Calò, il banchiere di Cosa Nostra, condannato all’ergastolo per strage. Non che la cosa gli abbia cambiato di molto la situazione giudiziaria, avendo collezionato una lunga serie di condanne con reclusione a vita.
Sfortunatamente, però:
La Commissione parlamentare Stragi, presieduta dal Senatore Gualtieri, nel 1994 ha evidenziato un chiaro contesto in cui sono maturate le azioni terroristiche riportabili alla strategia della tensione, senza riuscire in alcuni casi, come questo del “Rapido 904”, ad individuare un più ampio ambito di responsabilità, avvertendo che restano non pienamente chiariti i contesti diversi e i più ampi disegni strategici cui le stragi sono state funzionali.
(Patrizia Tramma, La mancata verità)
Alessio Gaggero
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