«Lei, signor maresciallo, non ha la calma sufficiente per un’esatta valutazione della situazione», disse Mussolini a Badoglio, che gli manifestava le sue perplessità circa la decisione di dichiarare guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. «Le affermo che in settembre tutto sarà finito e che ho bisogno solo di alcune migliaia di morti per sedere alla tavola della pace come co-belligerante».
La sera del 10 giugno 1940, dal balcone di palazzo Venezia, annunciò agli italiani: «La dichiarazione di guerra è stata già consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insediato l’esistenza del popolo italiano».
Scaraventò gli italiani nella Seconda Guerra Mondiale gridando: «La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti: vincere!».
Non ci fu vittoria – non poteva esserci, e che catastrofe immensa avremmo patito, se le temibili armate di Hitler e quelle malmesse di Mussolini avessero vinto -, ma ci furono mezzo milione di militari e civili italiani morti ammazzati.