I Nuclei Armati Rivoluzionari assassinano Francesco Straullu 21 ottobre 1981
Mercoledì 21 ottobre alle 8.50 abbiamo giustiziato i mercenari torturatori della DIGOS Straullu e Di Roma. Ancora una volta la Giustizia Rivoluzionaria ha seguito il suo corso e ciò resti di monito per gli infami, gli aguzzini, i pennivendoli. Chi ancora avesse dei dubbi circa la determinazione e la capacità dei combattenti rivoluzionari ripercorra le tappe di questo ultimo anno e si accorgerà che il tempo delle chiacchiere è finito e la parola è alle armi […]. Non abbiamo né poteri da inseguire né masse da educare; per noi quello che conta è rispettare la nostra etica per la quale i Nemici si uccidono e i traditori si annientano. La volontà di lotta ci sostiene di giorno in giorno, il desiderio di vendetta ci nutre. Non ci fermeremo! Non temiamo né di morire né di finire i nostri giorni in carcere; l’unico timore è quello di non riuscire a far pulizia di tutto e di tutti, ma statene certi, finché avremo fiato, non ci fermeremo […]. Mercoledì, per ultimo, è toccato a Straullu. I suoi misfatti erano ben superiori al già grave fatto di appartenere alla cricca degli aguzzini di Stato […] ben sappiamo in che condizioni taluni camerati sono usciti dal suo ufficio, dopo ore di sevizie. Ben sappiamo le pratiche laide che adottava nei confronti delle donne dei camerati in galera. Ben sappiamo come osava vantarsi di tutto ciò. Finché la mano della giustizia l’ha raggiunto ed annientato, come non tarderà a raggiungere ed annientare chiunque lo meriti.
Con queste dure parole fu rivendicato l’omicidio del Capitano della DIGOS, durante il quale perse la vita anche Ciriaco Di Roma, Guardia scelta e autista di Straullu in quel momento. I proiettili ne martoriarono il corpo, mentre la macchina passava per Acilia alla volta della Questura, e il volantino cercò di infangarne il nome, tentando di uccidere non solo l’uomo, ma anche la sua memoria.
Tanta violenza voleva essere giustificata proprio da quei comportamenti che, secondo i suoi assalitori, Straullu avrebbe messo in atto all’interno della Questura. Più probabilmente, i successi collezionati dall’ufficiale, nell’ambito delle indagini contro l’eversione di estrema destra, si posero, suo malgrado, alla base dell’omicidio.
Fu così che due tacche si aggiunsero alla cintura dei NAR, quell’organizzazione terroristica d’ispirazione neofascista che martoriò il nostro paese a cavallo tra gli anni 70 e 80. La strage della stazione di Bologna fu probabilmente il colpo più duro messo a segno, nel ruolo di esecutori materiali, nonostante non arrivò mai un’ammissione di responsabilità: il gruppo era infatti nato all’insegna della rottura con i precedenti golpisti e stragisti, per cui disconobbe fino alla fine di aver organizzato l’attentato.
Straullu rappresentò uno degli ultimi atti di quel nucleo, la cui attività si concluse nel 1981, con l’arresto della maggior parte dei suoi membri. Il Capitano di Polizia, al contrario, fu insignito della Medaglia d’oro al merito civile.
Alessio Gaggero
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