Corsi e ricorsi è una nuova rubrica dell’Associazione Me.Dia.Re., simile ad altre già presenti sul web, che, come quelle, vuole contribuire a mantenere e rinfrescare la memoria circa fatti di varia natura accaduti tanto nel più recente passato che in quello un po’ più remoto. Tendenzialmente, infatti, gli eventi richiamati saranno quelli verificatisi dell’inizio del Novecento fino all’anno scorso. Tuttavia, questa rubrica presenta due caratteristiche: la prima è che è interlocutoria. In sintesi, chiunque abbia voglia di aiutarci a ricordare può segnalarci (in forma non anonima) l’accadimento che ritiene meritevole di attenzione. Pubblicheremo, quindi, tutti i fatti che ci verranno proposti, indicando anche chi è l’autore della “rimembranza”, ma riservandoci la prerogativa di verificare prima la congruità del contenuto e della forma del contributo inviato. Naturalmente, la preghiera è di scrivere dei contributi pubblicabili secondo le regole del diritto e del buon senso. L’altra peculiarità di questa rubrica riguarda il suo “taglio”. Me.Dia.Re., infatti, si occupa di mediazione familiare, penale, di gestione dei conflitti in diversi ambiti (aziendale, sanitario, scolastico..), di ascolto e sostegno per le vittime di reato e di altro ancora, pertanto, i fatti che verranno presi in considerazione saranno, soprattutto, quelli relativi al conflitto nelle sue più diverse manifestazioni e conseguenze, dal livello micro a quello macro. Saranno citati, quindi, eventi bellici, ovviamente, ma anche atti di terrorismo, episodi di criminalità organizzata e non, fatti di politica nazionale e internazionale, specie se aventi correlazioni con questioni del nostro Paese, eventi di rilevanza culturale e altri accadimenti, in vario modo oggetto di discussione, dibattito o polemica.
Boris Pasternak e il dottor Zivago
«Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, non hanno inciampato. La loro è una virtù spenta, di poco valore. A loro non si è svelata la bellezza della vita» (Boris Pasternak).
Romy Schneider
La vita di Romy Schneider fu tormentata e distrutta da lutti insopportabili, ma andrebbe ricordata anche per quel che seppe donare agli altri. E non soltanto al pubblico cinematografico.
Strage di piazza della Loggia
L'estrema destra armata colpisce duro nel nord Italia, con una delle stragi che segneranno gli anni di piombo. I processi sembreranno interminabili.
1993, strage di via de’ Georgofili a Firenze
"Ucciso un giudice o un poliziotto questi viene sostituito, ma distrutta la torre di Pisa va distrutta una cosa insostituibile con incalcolabili danni."
Quel discorso dell’Ascensione che andava preso sul serio
Nel tristemente celebre discorso dell’Ascensione (26 maggio 1927), Mussolini disse:
«L’opposizione non è necessaria al funzionamento di un sano regime politico. L’opposizione è stolta, superflua in un regime totalitario, com’è il regime fascista».
Per prevenire il rischio che qualcuno potesse farsi ancora qualche illusione, Mussolini aggiunse:
«In Italia non c'è posto per gli antifascisti; c'è posto solo per i fascisti e per gli a-fascisti, quando siano dei cittadini probi ed esemplari».
Ma in quel discorso propose anche le basi della successiva politica tesa a trasformare la famiglia in un'entità asservita agli scopi del fascismo, all'interno della quale la riproduzione era un dovere verso lo Stato ed era la sola funzione a cui era destinata la donna. L'obiettivo, antropologico, era creare l'«uomo nuovo fascista», adatto a dominare le altre «razze».
Darwin e la libertà d’insegnamento
Il 25 maggio 1925 iniziò un processo penale che fece epoca e che continua, per le sue implicazioni, ad essere attuale. Era il "Processo alla Scimmia". John Thomas Scopes era accusato di avere insegnato la teoria di Darwin sull'evoluzione della specie all'interno di un'aula scolastica della scuola pubblica di Dayton, nel Tennessee. Il ventiquattrenne allenatore di football americano, mentre faceva una supplenza di biologia, aveva consapevolmente violato il Tennessee's Butler Act, la legge che vietava l’insegnamento di ogni teoria diversa da quella biblica sulla creazione dell’uomo.
Oh, che bella guerra
Il 24 maggio del 1915, il Regno d'Italia, pose termine alla propria neutralità ed entrò in guerra, nella Prima Guerra Mondiale. Quella decisione avrebbe procurato 652.000 morti, 450.000 invalidi, un onere finanziario di 157 miliardi di lire, che avrebbe gravato lo Stato di un debito pubblico colossale, la distruzione delle conquiste sindacali e l'intensificazione dello sfruttamento del proletariato nelle fabbriche, oltre che nelle trincee.
Lo spirito di servizio di Giovanni Falcone
La vita spericolata di Sterling Hayden
Sterling Hayden fu e fece tante cose. Nato nel New Jersey, il 26 marzo del 1916, restò orfano di padre a soli nove anni. A 17 anni, innamoratosi del mare, divenne pescatore, quindi pompiere e, poi, capitano di marina. Alto quasi due metri, con un fisico statutario, fece il modello, ma, durante la Seconda Guerra Mondiale, entrò prima nell'O.S.S. (Office of Strategic Service, la futura C.I.A.) e poi nei marines. Combatté contro le truppe hitleriane in Italia e in Jugoslavia, insieme ai partigiani di Tito. Fu decorato per il coraggio dimostrato in battaglia sia dal governo USA che da quello jugoslavo. Rientrato in patria si iscrisse al Partito Comunista Americano e fece carriera a Hollywood. Stava per diventare un divo, ma l'isteria anticomunista montante lo ghermì. Convocato dalla Commissione d'indagine per le Attività Anti-americane, per non finire in carcere e per avere salva la carriera, Sterling Hayden fece i nomi di altri presunti comunisti, diventando così anche un delatore. Il rimorso e la vergogna per la delazione lo portarono, quasi subito, all'alcolismo, mentre recitava in film di serie B. Poi tornò a lavorare in pellicole di serie A, alcune entrate a pieno titolo nella storia del Cinema. La partecipazione a queste produzioni cinematografiche e la scrittura (scoprì anche di essere un valido romanziere) lo salvarono dall'autodistruzione. Sterling Hayden si spense il 23 maggio del 1986, a settant'anni, per un tumore alla prostata. La sua vita vale la pena di essere ricordata.
1978, approvata la legge n. 194 che introduce e disciplina l’interruzione volontaria di gravidanza
“Ho sei figli e ho abortito cinque volte; mio marito entra ed esce dal manicomio. Fino a quando ho potuto ho fatto l’operaia, ora lavoro come donna a ore. Nel 1972 ho fatto l’ultimo aborto. Mi chiedo se è giusto che lo stato processi me senza avermi dato niente, per me e per i miei figli e se adesso devo andare in galera lasciando loro e mio marito in quelle condizioni solo perché non potevo metter al mondo il settimo figlio e non avevo i soldi per andare in Svizzera ad abortire.”
Il massacro fascista dei cristiani etiopici a Debra Libanos
Per sottomettere gli etiopici Mussolini e il viceré d’Etiopia Graziani, cercarono di distruggere ciò che spiritualmente li sorreggeva. Non potendo ammazzare, la religione, pensarono di ammazzare i religiosi, cioè il clero cristiano-copto. E, per massacrare preti e monaci, insegnanti e studenti di teologia della città convenutale di Debra Libanos e dei monasteri vicini, utilizzarono gli ascari di fede musulmana arruolati nelle truppe coloniali italiane. Come ha scritto Angelo Del Boca, quelle vittime, però, sono «martiri giovanetti che la cristianità non ricorda e non piange perché africani».
A undici anni dall’ultimo proiettile, tornano le BR
Colpiscono di nuovo alla fine del millennio: le nuove brigate risorgono dalle ceneri del gruppo ormai smantellato, ma non perduto. Gli Anni di piombo non sono più solo un ricordo.
La strage nazifascista al Passo del Turchino
Desaparecidos
«Prima elimineremo i sovversivi, poi i loro collaboratori, poi i loro simpatizzanti, successivamente quelli che resteranno indifferenti e infine gli indecisi». Con questo Piano di «guerra sporca» la giunta argentina realizzò un vero e proprio terrorismo di Stato: 30.000 esseri umani, molti dei quali non erano neanche oppositori attivi del regime, furono rapiti, torturati e mai più restituiti. Divennero desaparecidos.
Un colpo alla testa uccide il commissario Calabresi
Quale frangia politica estrema si macchiò del delitto? Destra o sinistra? Lotta Continua, fu la risposta della giustizia. I condannati si sono, però, sempre detti innocenti.
Quando Rom e Sinti difesero i loro figli ad Auschwitz
Il 16 maggio 1944 le SS si apprestavano a sopprimere nelle camere a gas 5.000 uomini, donne e bambini Rom e Sinti, deportati ad Auschwitz. Ma, quando circondarono le baracche per prelevarli, si trovarono davanti una resistenza imprevista. Armati di bastoni, pietre e pezzi di ferro, quelle persone stremate costrinsero gli aguzzini a retrocedere. «Non vi daremo i nostri piccoli perché li facciate uscire dai vostri camini. I vostri medici ne hanno già straziati tanti, sperimentando la loro scienza mostruosa su di loro» gridarono. Più di mezzo milione di Rom e Sinti furono sterminati, durante la Seconda Guerra Mondiale, nei lager nazisti.
1988, inizia il ritiro delle truppe sovietiche dall’Afghanistan
Dopo 9 anni di conflitto, circa 100.000 Russi erano ancora lontani da casa, a combattere una guerra senza più un senso. Era giunto finalmente il momento di tornare alle proprie famiglie.
La dignità di Toscanini contro la violenza fascista
La sera del 14 maggio del 1931, Arturo Toscanini, allora cinquantacinquenne, al Teatro Comunale di Bologna, si rifiutò di eseguire gli inni "Giovinezza" e "Marcia Reale". Sapeva che gliela avrebbero fatta pagare, ma com'era sua abitudine, non era disposto a subire la prepotenza del regime fascista.
Quando Churchill promise lacrime e sangue
Il 13 maggio del 1940, Winston Churchill, nel discorso di insediamento del governo di cui era Primo Ministro, si rivolse ai membri della Camera dei Comuni e al popolo britannico con queste parole:
«Non posso promettervi altro che sangue, fatica, lacrime e sudore».
L’indipendenza di Kate Hepburn
Quella giornata particolare
L'11 maggio del 2016 veniva approvata la legge sulle unioni civili. Settantotto anni prima si concludeva la visita di Hitler a Roma. Ricordiamo entrambi i fatti, prendendo spunto da Una giornata particolare (1977, di Ettore Scola), che, sullo sfondo di quella storica e nefasta visita, raccontava dell'incontro tra una casalinga ingenua, poco istruita e profondamente sola, e un radiocronista dell'EIAR, licenziato ed inviato al confino dal regime fascista a causa della sua omosessualità.
I roghi nazisti e la nazificazione della Germania
Il 10 maggio del 1933 nelle piazze principali delle maggiori città tedesche si levarono delle fiamme. Erano quelle dei roghi dei libri. Venivano bruciati i testi di Charles Darwin, Albert Einstein, Sigmund Freud, André Gide, Ernest Hemingway, Hermann Hesse, Jack London, Georg Lukács, James Joyce, Jack London, Thomas e Heinrich Mann, Erich Maria Remarque, Karl Marx, Marcel Proust, Robert Musil, Arthur Schnitzler, Upton Sinclair, H. G. Wells, Emile Zola... Ma quei roghi non erano che un pezzo del complesso puzzle di nazificazione della Germania, che Hitler e Goebbels sarebbero riusciti a completare con successo nel giro di pochi anni.
I Serenissimi occupano piazza San Marco
1973, resa del “territorio libero di Wounded Knee”
Marlon Brando non ritira l'Oscar per Il Padrino. Al suo posto, Sacheen Littlefeather, presidentessa dell’associazione per l’identità culturale dei nativi americani, denuncia la vicenda di Wounded Knee.
Con te, Marlene Dietrich
Toccò le vette più alte del successo cinematografica, Marlene Dietrich, diventando la Diva per antonomasia, sviluppando un fascino glaciale, grazie all'aria aristocratica e disincantata di chi ha già fatto tutte le esperienze e le ha sapute ripensare. E grazie alle gambe lunghissime e ai look androgini. Sul grande schermo e negli spettacoli da vivo veicolò un'idea del sesso molto più scandalosa e conturbante di altre star, pur avendo a che fare con “rivali” decisamente eterogenee tra di loro e non meno intelligentemente sovversive come l’ironica e provocatoria Mae West, la tormentata e sfortunata Jean Harlow e Greta Garbo, la “divina”. Ma spesso patì la solitudine. Soffrì anche di depressione. Soprattutto provò il dolore di chi mette in discussione la propria identità. Verso la sua terra natale, la Germania, il sentimento d’amore, il legame d’attaccamento originario, con l’avvento del nazismo, divenne odio. E amore e odio nutrì verso quegli uomini e quelle donne che non riuscirono a darle l’amore che cercava. Ma questa personalità complessa, giudicata scandalosamente ambigua dai bigotti dell’epoca, fu anche la sua forza e le permise di cercare se stessa e di darsi agli altri senza remore, nella vita privata come nei film.
Il primo giudice ucciso dalla mafia
Pietro Scaglione vide Cosa nostra prendere potere nella sua terra, nella sua città, ma non restò con le mani in mano. Fu, infatti, uno dei più agguerriti oppositori di quel sistema malato. Il trattamento riservatogli fu la dimostrazione del suo successo e della sua moralità.
La guerra in casa dei cambogiani e degli americani
Il 4 maggio del 1970, improvvisamente, la Guerra del Vietnam si manifestò in un nuovo campo di battaglia: un campus universitario. Alla Kent State University dell’Ohio, la Guardia Nazionale sparò contro gli studenti, che manifestavano contro l'invasione americana della Cambogia, ordinata dal presidente Nixon. Quattro di loro persero la vita. La protesta esplose in tutto il Paese. Le forze dell'ordine tornarono a sparare e vi furono altri morti. Nixon, insofferente per il dissenso, ordinò di spiare i suoi oppositori, politici e non. Quando gli fu fatto notare che lo spionaggio interno era illegale, rispose: «Quando lo fa il presidente, allora è legale».
Anche per i cambogiani il conflitto tra Vietnam del Nord e Vietnam del Sud, fino a quel momento combattuto al di là dei loro confini, diventò una loro guerra. Una guerra civile. Ne sarebbero derivati milioni di vittime e un interminabile tunnel di morte, sofferenze e orrori.
La profezia di John Doe
Il 3 maggio del 1941 usciva sugli schermi americani "Arriva John Doe" (di Frank Capra), un monito ancora attuale sui movimenti populisti. In particolare, su quelli creati a tavolino e sorretti da una comunicazione tutta tesa a compiacere e a lusingare la gente, così da legarla emotivamente in modo profondo, per assicurarsene la cecità rispetto ai propri loschi interessi economici e l'appoggio acritico e incondizionato nell'attuazione di politiche autoritarie di estrema destra.
1997, muore Paulo Freire, ideatore della “pedagogia degli oppressi”
La "Pedagogia degli oppressi" lo rese globalmente celebre nel mondo dell'educazione, ma gli costò quindici anni di esilio dal proprio paese.
Quella festa del primo maggio trasformata nella prima strage della Repubblica
Il 1° maggio del ’47 duemila persone festeggiavano la vittoria elettorale della sinistra alle elezioni regionali e manifestavano contro il latifondismo che li teneva in miseria. Erano sul pianoro di Portella della Ginestra. All’improvviso una pioggia di piombo. 11 morti di cui due bambini e 27 feriti. Se davvero fu la banda di Salvatore Giuliano a massacrare quelle persone, chi furono i mandanti di questa, prima strage della nostra Repubblica?