Interviste ad ex-corsisti – Master… e poi? – è uno spazio che dando voce agli ex corsisti dell’Associazione Me.Dia.Re. tenta di offrire informazioni sulla realtà, anche operativa, della mediazione familiare, della mediazione penale e della mediazione in altri ambiti, soprattutto in quello organizzativo-lavorativo, in quello sanitario e in quello scolastico

Intervista ad Alessia Bobbio, mediatrice familiare ex corsista di Me.Dia.Re.

Alessia Bobbio, educatrice professionale, pedagogista con specializzazioni in disturbi specifici dell’apprendimento e difficoltà scolastiche e in Peer e Media Education, nonché Master Trainer Unplugged,  in questo 20° video di Interviste ad ex corsisti, con schietta franchezza, spiega di aver deciso di seguire il  Corso per diventare Mediatrice Familiare dell’Associazione Me.Dia.Re. (XII edizione, maggio 2018):

Molto spesso si rivolgevano (e ancora si rivolgono) a me delle famiglie con minori con problematiche relative agli apprendimenti, le quali avevano al loro interno delle dinamiche conflittuali, intra-genitoriali o intra-famigliari, di cui non avevano piena consapevolezza e di cui non realizzavano quanto quelle dinamiche potessero inficiare gli apprendimenti dei bambini. Quindi, mi trovavo a sentire parlare una lingua della quale non avevo il vocabolario. Riuscivo a capire che c’era qualcosa che andava oltre l’ambito educativo, pedagogico o didattico, ma mi mancavano degli strumenti. Da qui la necessità di formarmi per avere tali strumenti da impiegare in quell’ambito, ma non solo. Perché queste competenze, che riguardano la comunicazione, dovrebbero essere l’abc della nostra formazione umana. Penso che dovrebbe essere una delle materie scolastiche.

Ma Alessia Bobbio racconta anche delle sue esperienza come mediatrice familiare realizzate dalla conclusione del corso, rispetto alle quali osserva:

Devo ammettere che il metodo di Me.Dia.Re. funziona. Si focalizza molto sul vissuto, sul come sta la persona, sull’emotività e molto meno sui fatti. E risponde ad un forte bisogno di sentirsi ascoltati.

Infatti, Alessia Bobbio riflette anche su come nei conflitti familiari gestiti sia emerso un profondo e vasto bisogno di ascolto.

Quello che ne esce fuori è un gran bisogno di sentirsi ascoltati e di essere in relazione con qualcuno. A maggior ragione adesso che le persone sono stanche e affaticate e basta poco per accendere un conflitto, perché c’è bisogno di prendersela con qualcuno. Siccome non possiamo prendercela col virus, abbiamo bisogno di trovare un nemico: quello che non mette la mascherina davanti a noi in coda, nostro marito che non ha tirato lo sciacquone, l’insegnante che ha dato un brutto voto o ha scritto una nota a nostro figlio. Le persone sono molto più nervose. E, nel mio piccolo, cerco di offrire dei momenti di sfogo, cioè di ascolto.

 

Intervista a Francesca Guido, mediatrice familiare ex corsista di Me.Dia.Re.

Ad avermi avvicinato alla mediazione familiare è stata anche la mia situazione personale, che in quel momento era di grande conflitto. Quindi, magari inconsciamente, ho cercato la strada per approcciare la situazione con risorse che in quel momento non avevo.

Sono queste alcune delle parole pronunciate dall’avv. Francesca Guido, per raccontare con particolare sincerità, in questa diciannovesimo video di Interviste ad ex corsisti, le ragioni per cui decise di seguire un corso per diventare Mediatore Familiare e Mediatore in ambito Penale, Lavorativo, Sanitario e Scolastico dell’Associazione Me.Dia.Re. (XI edizione, novembre 2017).  Ed è con la stessa sincerità e capacità di auto-osservazione critica che Francesca Guido riflette nel prosieguo dell’intervista, come quando, rispondendo alla domanda su quali maggiori conoscenze teoriche e pratiche le fossero derivate dal corso di formazione sulla mediazione familiare, afferma:

Soprattutto mi sono accorta di non sapere ascoltare. Quando è iniziato il corso pensavo di saperlo già fare. Poi mi sono accorta che non è così, che, spesso, quando ascoltavo una persona, non la stavo ascoltando davvero, perché stavo già pensando a che risposta le avrei dato, a cosa le avrei detto e se sarei riuscita ad essere convincente; oppure pensavo alla mia posizione e a come convincerla che avevo ragione io. Invece l’ascolto da impiegare nella mediazione, quello su cui si viene formati, è tutt’altra cosa: è un ascolto che accoglie, nel quale non c’è la necessità di essere performanti o di convincere il prossimo. Soprattutto, è un’accoglienza basata sulla mancanza di giudizio. Elemento, questo, che, mi sembra, permea assolutamente la nostra quotidianità. Siamo sempre pronti a tirare fuori dei giudizi dalle nostre tasche.

Ma non c’è soltanto l’introspezione nel raccontarsi di Francesca Guido, bensì anche una forte tensione ideale che anima i suoi progetti relativi alla mediazione e che emerge anche dalla sua narrazione del caso seguito durante il tirocinio di mediazione familiare.

Intervista a Stefania Zerbetto, mediatrice familiare ex corsista di Me.Dia.Re.

In questo diciottesimo video di Interviste ad ex corsisti abbiamo parlato con Stefania Zerbetto, la quale – nello spiegare le ragioni per le quali si è avvicinata alla mediazione familiare e ha seguito la XI edizione del corso per diventare Mediatori Familiari e Mediatori in ambito Penale, Lavorativo, Sanitario e Scolastico dell’Associazione Me.Dia.Re. (novembre 2017) -, svolge un’analisi sulla spersonalizzazione insita nella gestione giudiziaria del conflitto familiare e sulla ri-personalizzazione, e ancor prima sulla ri-umanizzazione, che connota, invece, il percorso di mediazione.

Intervista a Cristina Donadio

Nel diciassettesimo video di Interviste ad ex corsisti abbiamo ascoltato Cristina Donadio, assistente sociale, che, spiegando come le riflessioni alla base della decisione di formarsi alla mediazione familiare (seguì, nel 2016 -2019, la IX edizione del corso di Mediazione familiare e di Mediazione Penale dell’Associazione Me.Dia.Re.) fossero anche legate al suo ruolo di direttrice di una struttura socio-sanitaria, si sofferma anche sulla complessa realtà che gestisce quotidianamente e sui conflitti che la attraversano. Coniugando sensibilità e schiettezza, empatia e realismo, Cristina svolge, infatti, interessanti riflessioni sull’utilità, da lei personalmente verificata, di una vera mediazione dei conflitti (condotta con competenza professionale) tra gli utenti (o le loro famiglie) e gli operatori e tra i membri dell’équipe (su temi analoghi ha svolto interessanti riflessioni nella sua tesi, pubblicata qui, nella rubrica Tesi dei corsi di Mediazione Familiare), ma non trascura di parlare anche delle difficoltà di affermare questa modalità di gestione del conflitto: in particolare, la difficoltà di far comprendere ai vertici più apicali degli enti e delle aziende quali effetti positivi, anche in termini di risparmi economici, avrebbe quest’attività di Ascolto e Mediazione in Sanità, se fosse ufficialmente organizzata e riconosciuta anche in tale ambito. A titolo esemplificativo, Cristina propone proprio l’esempio del conflitto tra professionista della salute e famigliari del paziente e tra colleghi di lavoro.

 

Intervista ad Enrica Puppo

Nel sedicesimo video di Interviste ad ex corsisti ascoltiamo Enrica Puppo, avvocato, impegnata soprattutto nel diritto di famiglia e delle persone, che, parlando delle ragioni per le quali ha deciso di formarsi alla mediazione familiare (seguì, nel 2017-2019, la XI edizione del corso di Mediazione familiare), si sofferma anche sul complesso rapporto della sua categoria professionale con la mediazione (tema che è stato oggetto anche della sua tesi di fine corso), sulla necessità di non fare commistione tra il ruolo di avvocato e mediatore familiare, ma anche sull’utilità delle competenze acquisite durante il corso nel gestire il rapporto con il cliente nello studio legale. Inoltre, Enrica spiega anche come la metodologia fortemente interattiva e coinvolgente della formazione seguita abbia facilitato l’avvio del progetto con altri suoi ex compagni del corso di mediazione (di due questi abbiamo pubblicato le interviste in questa pagina – Luca Pugliese e Francesca Olivero -, mentre di Sara Vallone abbiamo pubblicato la tesi sulla mediazione familiare interculturale nella rubrica Tesi dei Corsi di Mediazione Familiare, Penale…), ovvero la costituzione di ALEA, che offre mediazione familiare, sostegno alla genitorialità, e consulenza educativa.

 

Intervista a Serena Carraro

In questo quindicesimo video di Interviste ad ex corsisti parliamo con Serena Carraro, educatrice e arte-terapeuta, che racconta come per lei la decisione di formarsi alla mediazione si collocasse in una prospettiva di continuità e sviluppo della propria formazione e fosse anche collegata all’esigenza di possedere strumenti e accorgimenti per la gestione dei conflitti incontrati nella sua quotidianità lavorativa nel servizio semiresidenziale per persone con problemi di dipendenza (seguì, nel 2017-2019, la XI edizione del corso di Mediazione familiare e di Mediazione Penale dell’Associazione Me.Dia.Re.). Inoltre, nell’ambito di una riflessione sul valore che attribuisce al corso di mediazione seguito sul piano personale, oltre che professionale, Serena parla del suo progetto, appena approvato dal Comune di Milano, di apertura di uno spazio in cui svolgere arte-terapia e mediazione familiare e dei conflitti.

Di Serena Carraro abbiamo pubblicato qui la tesi di fine corso di mediazione (“I luoghi della solitudine”. Il vissuto di solitudine nel luogo della mediazione familiare), nella rubrica Tesi dei Corsi di Mediazione Familiare.

Intervista a Daria Moschetti

In questo quattordicesimo video di Interviste ad ex corsisti, parliamo con Daria Moschetti, assistente sociale, che racconta come, dopo aver seguito un corso di Me.Dia.Re. di vittimologia e di supporto alla vittima di violenza, si sia avvicinata alla mediazione familiare e penale, a partire proprio dal suo interesse al tema della violenza assistita, che era stato oggetto della sua tesi d laurea.Daria riflette con noi sul senso che avuto successivamente per lei la formazione sulla mediazione (seguì, nel 2016-2018, la IX edizione del corso di Mediazione Familiare e di Mediazione Penale dell’Associazione Me.Dia.Re.) , ma svolge anche considerazioni più ampie sul bisogno insoddisfatto di ascolto che, insieme alla rabbia e alla frustrazione avverte crescere sempre di più nella nostra società. Inoltre, Daria Moschetti, dopo aver spiegato le ragioni per cui sviluppò nel corso di mediazione familiare una tesi sulla mediazione familiare nelle famiglie con anziani non autosufficienti (abbiamo pubblicato qui la sua tesi, nella rubrica Tesi dei Corsi di Mediazione Familiare), condivide anche i suoi pensieri e progetti sulla mediazione.

Intervista a Valentina Sestu

In questo tredicesimo video di Interviste ad ex corsisti di Me.Dia.Re. ascoltiamo Valentina Sestu, psicologa dell’educazione e dello sviluppo, che spiega come a condurla ad interessarsi alla mediazione (seguì, nel 2016-2018, la IX edizione del corso di Mediazione Familiare e di Mediazione Penale dell’Associazione Me.Dia.Re.) sia stato proprio l’interesse verso la situazione dei minori e delle loro famiglie, concretizzato nel suo lavoro nelle scuole e con le famiglie (lavora anche come tutor dell’apprendimento e come psicologa di supporto alle famiglie con figli interessati da difficoltà scolastiche). Nel suo discorso l’accento viene posto particolarmente sul tema dell’ascolto delle persone in conflitto.

Intervista a Martina Todesco

In questa intervista Martina Todesco, educatrice professionale con una corposa esperienza in diversi ambiti della sua professione, si sofferma sulle motivazioni che l’hanno portata ad interessarsi alla mediazione e a formarsi ad essa (seguì, nel 2014-2015, la quinta edizione del corso di Mediazione familiare e di Mediazione Penale dell’Associazione Me.Dia.Re.). La conversazione con Martina in questo dodicesimo video di Interviste ad ex corsisti si colloca su un registro di particolare autenticità, data la sua disponibilità a raccontarsi e a mettersi in gioco con sincerità. Schiettezza e profonda sensibilità caratterizzano anche sia le sue riflessioni sull’utilità degli strumenti appresi (nelle relazioni personali e in quelle professionali, come nel suo lavoro presso centri aggregativi per minori), sia quelle dedicate alla mediazione familiare quale supporto alle coppie con figli disabili (abbiamo pubblicato qui la sua tesi, nella rubrica Tesi dei Corsi di Mediazione Familiare

Intervista a Monica Carta

L’avvocata Monica Carta, in questo video della rubrica  Interviste ad ex corsisti (seguì nel 2016, la IX Edizione del corso di Mediazione familiare e di Mediazione Penale dell’Associazione Me.Dia.Re.), a partire da dati biografici e personali, ci conduce a comprendere cosa l’ha spinta a intraprendere il percorso formativo sulla mediazione familiare. L’avvocata Carta riflette sul valore umano della mediazione, in particolare, nell’affrontare il trauma della separazione. La riflessione si concentra, poi, sulla concretezza dell’esperienza che ha vissuto nel corso di formazione, che le ha permesso di portare tali competenze all’interno dell’ambito professionale, costituendo una risorsa importante soprattutto in relazione alla delicatezza umana di determinate situazioni.

L’intervista si conclude con alcune riflessioni sulle possibilità offerte dalla mediazione nel ripristino del dialogo, valorizzandolo non come segno di debolezza, ma come elemento di forza; e quest’aspetto, precisa Monica, vale non solo per i protagonisti del conflitto ma anche per i professionisti, a partire dai loro avvocati, essendo in grado di procurare autentiche gratificazioni agli uni e agli altri. La mediazione, dunque, anziché essere una diminutio per le professioni, in particolare per quella legale, diventa un valore aggiunto nell’affrontare il conflitto.