Stand by me | Buone pratiche d’inclusione
Intervista a Ina Muhameti
Nel processo della creazione artistica è insita una disciplina, un’educazione che tiene conto della diversità, della prossemica spaziale, delle variegate lingue madri con cui si esprimono e si elaborano le esperienza di vita.
Parlando d’inclusione, qual è la prima immagine che ti viene in mente?
Il lago rosa della foto: pensiamo che sia impossibile un incontro tra due diverse essenze, e invece è semplicemente naturale, avviene con leggerezza, nel tempo, senza aver bisogno di confini, è inarrestabile… perciò impegniamoci a creare meccanismi favorevoli, a predisporre spazi confortevoli e strumenti utili al confronto e alla convivenza.
Puoi raccontarci in breve qual è il tuo ambito d’impegno sul tema della migrazione?
Mi occupo di mediazione interculturale su diversi livelli. Sono una sostenitrice di questa figura professionale, in quanto ritengo che il ruolo del mediatore nelle azioni sociali sia fondamentale perché apporta qualità al processo di scambio culturale. Sempre più stiamo sperimentando, analizzando e comprendendo che le dinamiche attuali sono nuove, transculturali. Nell’ambito dell’accoglienza ai richiedenti asilo, come in quello dell’istruzione e del sanitario, è necessario progettare in rete e promuovere nuove azioni per le politiche di inclusione e ristrutturazione.
Quale può essere il contributo dell’arte, della musica, della letteratura all’inclusione dei migranti?
Credo che il linguaggio artistico, in particolare la musica e il teatro, sia un ottimo strumento di condivisione di vissuti e saperi. Già nel processo della creazione artistica è insita una disciplina, un’educazione che tiene conto della diversità, della prossemica spaziale, delle variegate lingue madri con cui si esprimono e si elaborano le esperienza di vita. In questi contesti si partecipa alla creazione di nuove regole e ritualità condivise, che portano, in trasversale, a vivere la società, come cittadini più consapevoli.
INA MUHAMETI
Ina Muhameti, 31 anni, è nata in Albania. Laureata in Lettere e Filosofie presso l’Università “L’Orientale” di Napoli, è impegnata nell’ambito professionale della mediazione interculturale, della formazione e del Teatro Educazione nella scuola e nel sociale. Per “Stand by me” coordinerà, come rappresentante dell’Associazione Multietnica dei Mediatori Interculturali, la tavola rotonda di venerdì 26 maggio dedicata alle buone pratiche di inclusione attraverso l’arte e la cultura.