Si parla anche di cinema – i due capolavori del cinema comico italiano, “I soliti ignoti” e “Guardie e ladri”(a quest’ultimo avevamo già dedicato un post della rubrica Corsi e Ricorsi), e di musica (la canzone la “Guerra di Piero”) – in questo terzo articolo (e video), dedicato alla mediazione penale, tratto dall’incontro organizzato e condotto da Maria Alice Trombara, Maria Rosaria Sasso e Antonella Sapio, All’ora del thè, in compagnia di Alberto Quattrocolo dell’Associazione Me.Dia.Re
Gli esempi cinematografici (si fa notare, incidentalmente, che alla regia e alla sceneggiatura di entrambi aveva messo mano Mario Monicelli e che entrambi vedevano nel cast la presenza determinante di Totò) e la canzone di Fabrizio De André, infatti, servono a supportare alcune riflessioni sull’ascolto svolto dal mediatore penale e sull’empatia: sia quella che egli, ascoltando, deve declinare nel suo relazionarsi con i protagonisti della vicenda, che quella che, a seguito del suo ascolto, può svilupparsi tra di loro. Infatti, lo spunto proposto da una domanda di Maria Alice Trombara ad Alberto Quattrocolo è stato il seguente:
«Alberto, mi volevo ricollegare a quello che tu dicevi sulla mediazione penale specificando che attualmente il modello della Morineau è quello che si usa maggiormente in Europa, ma anche Oltreoceano (pensiamo al Canada): sappiamo che la Morineau propone questa tripartizione in “Teoria”, “Crisi” e “Catarsi”, che lei, come “numismatica greca”, prende dalla tragedia greca, ma nel mondo moderno, nel mondo attuale, come viene vissuta dai nostri medianti questa tripartizione (appunto, “Teoria”, “Crisi” e “Catarsi”) e il mediatore come riesce ad accompagnarli in questi tre stadi, ossia dalle emozioni ai valori, diciamo così?».