Totò e Carolina, il 22 febbraio del ’54, fu giudicato dalla Censura «offensivo della morale, del buon costume, della pubblica decenza, nonché del decoro e prestigio delle forze di Polizia». La colpa di uno dei film più censurati del cinema italiano era quella di far ridere e di commuovere il pubblico, mostrando un poliziotto troppo umano e una ragazza madre respinta da tutti. Persone normali, che, ferite ed emarginate dal disagio sociale e ancor di più dai pregiudizi e dall’opportunismo di una società bigotta, trovano nella reciproca solidarietà la forza per reagire e restare umani.