Idy Diene viene ucciso a Firenze. La rabbia della sua comunità scoppia in città
Un ambulante senegalese, un tipografo in pensione e una pistola nelle mani sbagliate. Il giorno dopo le elezioni riempie la cronaca nera.
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Ma siamo orgogliosi di dire che Alberto Quattrocolo ha già contribuito con 391 voci.
Un ambulante senegalese, un tipografo in pensione e una pistola nelle mani sbagliate. Il giorno dopo le elezioni riempie la cronaca nera.
Nicola Calipari e Giulio Regeni. Italiani che hanno perso la vita lontano da casa, senza che la verità delle loro storie sia mai, o ancora, stata raccontata per intero.
Salita a Roma dalla Calabria con la famiglia, con cui viveva in una delle baraccopoli della città, cercava di portare un pezzo di pane al marito, ingiustamente arrestato dai nazisti in cerca di manodopera.
Le bombe americane per contrastare la guerriglia dei Viet cong: i risultati furono molto diversi da quelli attesi.
Non era vero che gli italiani in Slovenia ammazzavano troppo poco, come si lamentava il gen. Robotti. Anzi, il loro fu un tentativo di pulizia etnica. Un’orrenda catena di massacri, fucilazioni, torture, deportazioni e incarcerazioni, che costò la vita a migliaia di sloveni, bambini inclusi, e indicibili sofferenze.
Un omicidio insoluto, di cui possiamo cercare le cause nella vita del Primo Ministro svedese. Di certo si fece nemici molto potenti.
Come si fa a ridurre in cenere la democrazia e instaurare, nel rispetto formale della legalità, la dittatura? Hitler trovò la soluzione il 27 febbraio del ’33. Incendiando il Reichstag e attribuendone la colpa ai comunisti, il neo-cancelliere avviò la nazificazione integrale della Germania.
I figli dei terroristi seguono sempre le orme paterne? O possono scegliere? Possono, e, a volte, sembrano dare più speranza di tanti altri.
Il 1922 era ben lontano dalla Rivoluzione, ma alcune teste ancora venivano tagliate. Quelle dei serial killer, a quanto pare, erano tra queste.
Dietro quello scatto si nascondono più storie di quante si potrebbero immaginare, tanto che, della battaglia in sé, quasi ci si dimentica.
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