SOS CRISI: per chi e perché?
Da alcuni anni a Torino e in altre città piemontesi l’Associazione Me.Dia.R. gestisce SOS CRISI, un Servizio gratuito rivolto alle persone e alle famiglie il cui disagio personale o relazionale è stato provocato o aggravato da difficoltà economiche o occupazionali.
SOS CRISI come risposta al disagio e allo stress generati dalla Crisi economica
Il progetto SOS CRISI è stato avviato anni fa da Me.Dia.Re., allo scopo di rispondere al forte aumento delle richieste di sostegno psicologico. Richieste, implicite ed esplicite, proposte da persone o da famiglie che, per effetto di difficoltà innescate o acuite dalla crisi economica, come la perdita del lavoro e l’indigenza economica, stavano vivendo situazioni di forte sofferenza personale.
In particolare, emergevano condizioni di stress e dolore tali da compromettere fortemente, fino ad annientarle, talvolta, le capacità di reagire alle avversità. E ciò provocava il progressivo deterioramento delle relazioni familiari e sociali, generando condizioni di emarginazione sociale sempre più gravi e rischiose.
A chi si rivolge SOS CRISI
Il Servizio gratuito si rivolge alle persone e alle famiglie che soffrono in termini psicologici o relazionali riconducibili a difficoltà determinate dalla Crisi economica e che pertanto si trovano in condizioni di forte esclusione e/o disagio sociale, quali ad esempio: giovani sfiduciati che non studiano e non lavoro (NEET), persone che hanno perso il lavoro, disoccupati di lunga durata, precari, ex imprenditori ed ex artigiani ridotti all’indigenza, giovani professionisti che faticano a entrare o ri-entrare nel mercato del lavoro, ecc.
Cosa offre SOS CRISI: un Servizio gratuito di Ascolto e di Sostegno Psicologico e Psicosociale
Come è noto, negli anni più recenti il tasso di disoccupazione ha subito una fortissima impennata, colpendo in modo particolare le fasce più giovani della popolazione. La difficoltà di accedere al mercato del lavoro, la perdita dell’occupazione o il passaggio a forme occupazionali meno stabili possono
- causare ansie e sofferenze che rischiano di cronicizzarsi e diventare difficilmente curabili nel lungo periodo
- accrescere tensioni e difficoltà di comunicazione provocando o aggravando relazioni conflittuali nella famiglia e in altri contesti relazionali
- determinare o aggravare il rischio di emarginazione ed isolamento, a causa dei suddetti conflitti, se invece di essere fonti di crescita e trasformazione evolutiva, allentano o erodono o spezzano i legami interpersonali, facendo venire meno la fiducia nel loro intrinseco valore contenitivo e nella loro efficacia supportiva.
Ascolto e percorsi di sostegno
Il Servizio gratuito SOS CRISI è in primo luogo un servizio di ascolto. Chiunque si rivolga al servizio, viene ascoltato individualmente, per offrirgli uno spazio di condivisione e di sfogo, ma anche per valutare quale percorso possa essere il più adatto.
Tra i servizi gratuiti offerti vi sono psicoterapie individuali, psicoterapie di coppia e familiari, percorsi di gruppo, percorsi di mediazione dei conflitti.
Inoltre, vengono organizzati dei Job Club, cioè la conduzione di gruppi di persone che
- imparano delle tecniche pratiche per rendere molto più efficace la propria ricerca di lavoro;
- si scambiano contatti e informazioni su possibili datori e sul mercato del lavoro locale;
- si supportano e si stimolano a vicenda a rimanere costanti e positivi nella attività di ricerca;
- non si limitano a cercare un impiego, ma stimolano la creazione di posti di lavoro grazie ad efficaci tecniche di auto-candidatura.
I Job Club sono condotti da trainer certificati dell’Associazione Me.Dia.Re., con la supervisione dell’ideatore del metodo Job Club, Riccardo Maggioli.
Le ragioni del sostegno offerto: le conseguenze psicosociali della crisi economica
Come è noto, l’impatto della crisi economica sulla condizione emotiva e sugli stili di vita delle persone è importante.
Sul piano psicologico, ad esempio, aumentano i disturbi depressivi, quelli della sfera ansiosa (panico, ansia generalizzata) e quelli somatoformi (cefalee, insonnia, tachicardia, astenia, stanchezza).
L’aumento delle richieste di sostegno psicologico, però, da parte di persone o famiglie colpite dalla Crisi, spesso, non trova adeguata risposta da parte dei servizi pubblici. Questi, infatti, sono per lo più condizionati da costanti tagli alla spesa e da riduzioni del personale.
I servizi di psichiatria delle ASL, pertanto, riescono a mala pena ad accogliere pazienti, tendenzialmente in condizioni cliniche molto gravi, con patologie conclamate, i quali necessitano di un supporto farmacologico.
Sono invece, al di sotto delle richieste, i percorsi di psicoterapia proposti dalle ASL e, per lo più, non sono orientati specificamente alla cura delle situazioni correlate a sofferenze dovute alla crisi economica e/o lavorativa.
Inoltre, viepiù significativo si manifesta il fenomeno dei NEET – “Not (engaged) in Education, Employment or Training”. Si tratta di persone non impegnate nello studio, né nel lavoro e né nella formazione.
Nel 2016 si stimava che i NEET fossero oltre un terzo dei giovani tra i 20 e i 24 anni (Fonte: Istat). Tra il 2005 e il 2015 la loro percentuale era aumentata in Italia in misura superiore rispetto agli altri paesi Ocse: +10 punti percentuali, come riferiva l’ Ocse (I Neet aumentano in Italia. L’80% degli studenti non ha alcun aiuto finanziario) e come rifletteva S. Intravaia (Spesa al lumicino e record di Neet: la scuola italiana secondo l’Ocse”).
Come si è sviluppato il Servizio SOS CRISI
Il progetto SOS CRISI, sorge dalla lunga attività svolta da Me.Dia.Re., fin dai primi anni Duemila, nella gestione di Servizi gratuiti di Ascolto del Cittadino e di Mediazione dei Conflitti.
Infatti, con il sopraggiungere della Crisi economica, nell’utenza di quei servizi crebbero a vista d’occhio le situazioni di sofferenza legate a difficoltà di reddito e di occupazione.
Persone sprofondate di colpo nella disoccupazione, coniugi o genitori di disoccupati, negozianti e altri piccoli imprenditori che non reggevano più.
Tutti o quasi portavano angoscia, frustrazione, paura, senso di fallimento, di colpa, di vergogna e di solitudine. E rabbia. A volte, una rabbia afona, rivolta verso se stessi o proiettata sull’etourage famigliare, altre volte, indirizzata verso l’esterno. Verso la società, verso questa o quella impresa o verso la politica. E, soprattutto, la sensazione di essere completamente in balia degli eventi. Un sentimento di inadeguatezza e di stanchezza. A sua volta fonte di esasperazione.
Di fatto, quel Servizio, per un numero crescenti di utenti, divenne un vero e proprio servizio di sostegno psicologico.
Dal 2009 venne, pertanto, pensato, elaborato, progettato e attivato un sostegno psicologico specificamente dedicato alle “vittime” della Crisi: un supporto rientrante nel più generale Servizio di Ascolto e Mediazione.
Ma dalla fine del 2011, dato l’ulteriore incremento di richieste di sostegno psicologico, fu necessario rendere autonomo dal resto tale supporto alle persone colpite dalla Crisi economica.
Nacque, così, il Servizio SOS CRISI, progettato ed erogato con percorsi ad hoc, per coloro la cui sofferenza era legata alla Crisi economica.
A partire dal 2013 con contributi della Fondazione CRT (per la sua realizzazione a Torino) e della Compagnia di San Paolo (il contributo di questa fondazione era correlato all’implementazione di SOS CRISI su altri territori), dei fondi dell’Otto per Mille dell’Unione delle chiese metodiste e valdese, della Fondazione SociAL e della Banca d’Italia, fu possibile consolidare i risultati raggiunti, allargare il bacino d’utenza e potenziare l’offerta di servizi.
Tali sostegni economici permisero di costruire un’offerta eclettica, finalizzata a sostenere individui e famiglie nella sofferenza, nel disagio mentale, nelle difficoltà relazionali e nello sviluppare competenze ed empowerment necessari a reagire costruttivamente alle condizioni critiche in cui si trova.
La persistente attualità del Servizio gratuito SOS CRISI
Secondo quanto emerso dalle ultime rilevazioni, la Crisi economica dovrebbe ormai essere alle nostre spalle.
Diseguaglianze, povertà e rischio povertà
Ad esempio, il Rapporto n.1 – l’Economia del Piemonte della Banca d’Italia evidenziava, infatti, che nel 2016 proseguiva in Piemonte la moderata ripresa dell’attività economica, grazie alla domanda interna e nonostante un indebolimento di quella estera. Il PIL risultava cresciuto dello 0,8 per cento. Già nel 2015, d’altra parte, era tornato ad aumentare, dopo tre anni di recessione, in virtù di una marcata ripresa nell’industria e più contenuta nei servizi. Il miglioramento, inoltre, era proseguito nei primi mesi del 2017 e, pur permanendo un’elevata incertezza, si prevedeva una moderata crescita degli investimenti, grazie anche ad una certa ripresa della domanda estera. Ciò sul piano occupazionale si collegava con una crescita nel 2016
Tuttavia, va considerato che siamo ancora lontani dai livelli occupazionali del 2008, cioè al periodo pre-crisi, e che vi è solo una moderata crescita del reddito disponibile e dei consumi.
L’Istat, peraltro, segnala che alla «significativa e diffusa crescita del reddito disponibile e del potere d’acquisto delle famiglie» si associa, purtroppo, «un aumento della disuguaglianza economica e del rischio di povertà o esclusione sociale».
Per il la stima dell’Istat è che il 30,0% delle persone residenti in Italia fosse a rischio di povertà o esclusione sociale. Ciò segnala un peggioramento rispetto all’anno precedente quando tale quota era pari al 28,7%.
Aumentano gli individui a rischio di povertà (saliti al 20,6%, dal 19,9%), le famiglie gravemente deprivate (salite al 12,1% da 11,5%) e le persone che vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa (passate al 12,8%, da 11,7%).
Il rischio di povertà o esclusione sociale interessa soprattutto il Mezzogiorno (46,9%, in lieve crescita dal 46,4% del 2015), ma aumenta anche nel Nord-ovest (dal 18,5% al 21,0% ) e nel Nord-est (dal 15,9% al 17,1% ). Nel Centro continua a interessare il 25,1%.
Vi è, quindi, ancora una notevole quantità di persone per le quali l’uscita dalla Crisi è lungi dall’essere una realtà.
Angoscia e sfiducia
Su un altro registro, anche per coloro che, sul piano materiale, hanno superato in tutto o in parte la fase più buia della Crisi economica, non accusando “danni materiali definitivi”, va annotato che:
- occorre del tempo per elaborare e superare gli effetti destabilizzanti della Crisi economica sulla condizione psicologica e relazionale di chi ne ha sofferto le ricadute
- precarietà lavorativa e incertezza sul futuro, senso di vulnerabilità, altre difficoltà di reddito o di impiego persistenti, incidono ancora, e molto, sugli aspetti psicologici e sociali della Crisi
- si avverte in taluni casi l’angoscia che la Crisi non sia davvero passata, ma sia solo entrata in una fase di latenza, quasi fosse una sorta di sonno ristoratore di questo mostro che prelude ad un risveglio all’insegna della furia più catastrofica
- molte persone scottate dalla perdita dell’impiego, dalla forte contrazione o dalla chiusura delle loro iniziative private autonome stentano a rimettersi in gioco. Alcuni hanno una rappresentazione di se stessi come di impotenti disvelati. Come se si fosse scoperta e appresa la proprio impotenza, a seguito della destabilizzazione della Crisi, pervenendo ad un profondo senso di sfiducia nella società e in se stessi.
Per queste e altre situazioni i servizi di SOS CRISI sono un possibile sostegno per dare voce a preoccupazioni, paure, dolori e lacerazioni e per ricevere un supporto idoneo a ritrovare la fiducia.
Alberto Quattrocolo
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