8 ottobre 1912, inizia la Prima guerra balcanica: il Montenegro dichiara guerra alla Turchia
Il primo decennio del secolo scorso fu attraversato da forti tensioni nei Balcani (regione di cui abbiamo trattato anche in questo recente post). Turchi, Bulgari, Serbi, Macedoni, Albanesi, Montenegrini, Greci furono i popoli coinvolti direttamente dai conflitti, ma tanti altri paesi si mossero per influenzare lo svolgimento degli eventi. Come in molte situazioni simili, la questione era, in buona parte, territoriale: l’Impero Ottomano, al crepuscolo della sua esistenza, aveva ancora ampi possedimenti in terra europea, grazie alle guerre vinte in precedenza. I popoli ivi residenti, tuttavia, non erano certo a maggioranza turca e la dominazione straniera era diventata insopportabile.
Sul finire del 1800, Serbia, Grecia e Bulgaria erano riuscite a riconquistare parti dei territori a cui aspiravano, ma, insieme al Montenegro, avevano mire espansionistiche dirette alla Rumelia, ancora in mano turca. Fu un evento interno all’Impero a dare il la alle prime mosse diplomatico-belliche: nel luglio 1908, i Giovani Turchi, movimento politico in aperta contraddizione con il governo dell’epoca e, forse, ispirato alla Giovine Italia nostrana, imposero al Sultano, marciando su Istanbul, il ripristino della Costituzione ottomana e forti cambiamenti al governo del paese.
L’Austria-Ungheria approfittò immediatamente della situazione di instabilità politica interna all’Impero per annettere in via ufficiale la Bosnia ed Erzegovina, occupata in precedenza. Di conseguenza, la Bulgaria, già principato autonomo, si proclamò regno completamente indipendente a ottobre, e i Greci tentarono l’annessione di Creta. Persa la possibilità di dare alla popolazione serba in Bosnia il proprio vessillo, la Serbia dirottò le proprie mire a sud, verso il Kosovo; la direzione coincideva parzialmente con quella presa dalla Bulgaria, che, avendo ottenuto l’appoggio russo nel marzo 1909, puntava alla Tracia e alla Macedonia. Ad aprile, i Giovani Turchi deposero il Sultano, Hamid II, imponendo il nuovo regime, guidato da Maometto V. Un anno dopo, si mossero sul piano internazionale, appoggiando la rivolta della popolazione albanese in Kosovo, mentre, ad agosto, fu proclamato il Regno di Montenegro. Ultimo tassello del puzzle geopolitico fu, nel 1911, l’inizio della guerra italo-turca in Africa: il Regno d’Italia sbarcò in Tripolitania e Cirenaica, approssimativamente la moderna Libia, velocizzando la disgregazione dell’Impero ottomano.
Più nel dettaglio dei territori oggetto delle mire espansionistiche, la (non ancora) Macedonia, spiccava per criticità: l’Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone lottava, utilizzando attacchi terroristici diretti contro l’amministrazione ottomana, per l’autonomia del proprio popolo; le minoranze etniche afferenti ai paesi limitrofi, invece, puntavano all’annessione da parte di detti stati (Serbia, Grecia e Bulgaria). Impossibile dimenticare, però, la nutrita presenza albanese nel territorio: tra febbraio e agosto 1912, infatti, quasi 45.000 uomini ottennero significative conquiste, tanto da costringere il governo turco a concedere molta autonomia, preludio alla creazione dello stato albanese.
Sul piano internazionale, la Russia mediò i contatti tra Serbi e Bulgari, resi difficili dalla presenza di entrambe le popolazioni in terra macedone: nel marzo 1912, dopo circa due anni di trattative sul tema della spartizione territoriale, strinsero ufficialmente e pubblicamente un’alleanza per il mantenimento dello status quo balcanico, mentre fu tenuto segreto l’accordo sulla spartizione. Due mesi dopo, la Bulgaria firmò un ulteriore trattato con la Grecia, desiderosa di riprendersi Creta e parte della Macedonia. Infine, il Montenegro: sempre tramite la diplomazia russa, si concordò sull’appoggio militare del paese alle azioni dei tre alleati, in cambio dell’annessione di tutto il territorio che sarebbe riuscito a conquistare. Fu proprio l’ultimo arrivato a far scoppiare la Prima guerra balcanica, così come era stato concordato: un villaggio albanese conteso agli Ottomani fu l’utile pretesto per attaccare. Il principe Pietro sparò simbolicamente il primo colpo, ventiquattro ore dopo la dichiarazione di guerra. Era il 9 ottobre 1912.
A nulla servirono i tentativi delle potenze europee di prevenire il conflitto: la Lega balcanica era costituita e la guerra era iniziata.
Alessio Gaggero
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