Il 21 marzo 1960 si consuma il massacro di Sharpeville
A partire dal 2005, le Nazioni Unite hanno dichiarato il 21 marzo “Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale”. La decisione fu presa in occasione del 45° anniversario degli eventi di Sharpeville, Sudafrica, in cui persero la vita 70 persone, tra cui 8 donne e 10 bambini.
Quella mattina, verso le dieci, diverse migliaia di dimostranti si radunarono intorno alla stazione di polizia della città, provocatoriamente senza documenti. La protesta era indirizzata nei confronti dello Urban Areas Act, anche chiamato Pass law, vale a dire quel decreto governativo che imponeva ai cittadini sudafricani neri di girare sempre con un lasciapassare: se ne fossero stati trovati sprovvisti, mentre si trovavano in un’area riservata ai bianchi, sarebbero stati arrestati.
Il raduno pacifico fu organizzato dal Pan Africanist Congress (PAN), partito alternativo all’African National Congress (ANC), di cui faceva parte Nelson Mandela. Il PAN, fondato da Robert Mangaliso Sobukwe neanche un anno prima, decise di prendere il tempo al gruppo di Madiba: fu progettata una campagna, contro il suddetto decreto, in partenza dieci giorni prima della rivale. Sharpeville avrebbe dovuto dare il via all’evento.
I maschi africani di ogni città e villaggio […] lascino a casa i propri lasciapassare, si uniscano alla dimostrazione e, se arrestati, non accettino alcuna cauzione, difesa né multa.
(T.d.a.)
La tensione era alta, tanto da costringere le forze dell’ordine a diversi tentativi di disperdere la folla, compresa l’aviazione e i veicoli blindati. Dopo diverse ore, la polizia aprì il fuoco sulla folla, compiendo una strage. Alcune fonti sostengono che i manifestanti avevano iniziato a lanciare sassi, mentre altre parlano di una decisione deliberata.
L’escalation del conflitto si era ormai innescata, con la popolazione nera sempre più in rotta col governo. Due giorni dopo a Città del Capo scesero in strada 50 mila persone, per cui l’amministrazione proclamò la legge marziale: seguirono oltre 18.000 arresti. È allora che l’Anc decise di abbandonare la non violenza e passare alla lotta armata. Dei successivi morti si perderà il numero.
Alessio Gaggero
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