Cittadinanza alle emozioni: Tavola Rotonda del 12 novembre 2021

“CITTADINANZA ALLE EMOZIONI”: LA MEDIAZIONE DEI CONFLITTI (E LA GIUSTIZIA RIPARATIVA) E I SUOI AMBITI

Il 12 novembre, su piattaforma Zoom, dalle 17,30 alle 19,30, si svolgerà la Tavola rotonda “Cittadinanza alle emozioni” dedicata ad alcuni degli ambiti cui si applica la Mediazione dei Conflitti (intesa anche come strumento di Giustizia Riparativa).

Programma

  • Introduzione (Alberto Quattrocolo)
  • La Mediazione Penale (Maria Alice Trombara)
  • Ascolto e Mediazione dei Conflitti in ambito Sanitario (A. Quattrocolo)
  • La Mediazione Scolastica (Maria Rosaria Sasso)
  • La Giustizia Riparativa nella nuova riforma del processo penale (Giovanni Grauso)

La partecipazione all’incontro è gratuita.

Per iscrizioni e informazioni: [email protected]

Tesi di Manuela Ciavarella: La mediazione familiare come strumento di accompagnamento per i genitori in fase di separazione

Nella sua tesi per il Corso di Mediazione Familiare (Edizione XIV del Corso in Mediazione Familiare Novembre 2019, dell’Associazione Me.Dia.Re) Manuela Ciavarella analizza l’evolversi e il vissuto delle coppie, riflettendo sugli eventi che accadono e sulle conseguenze che tali eventi hanno su di esse: conseguenze, di cui spesso non sono pienamente consapevoli, come non sempre sono consapevoli «di entrare in dinamiche conflittuali aspre e complesse, in cui inevitabilmente portano dentro tutto il sistema familiare, soprattutto i figli»

Riguardo a questi ultimi, come anticipa Manuela Ciavarella nella sua introduzione «verranno riportate diverse interviste di adolescenti e giovani adulti che hanno vissuto la separazione dei loro genitori; e nei diversi racconti emergerà come questa abbia influito notevolmente sulle loro vite».

Nelle conclusioni Manuela Ciavarella spiega l’utilità di avvalersi della risorsa costituita dalla mediazione familiare:

«Servirsi della mediazione potrebbe essere per le famiglie un valido aiuto non solo per trovare un punto di cooperazione e risanare forme di dialogo perse con l’altro partner, ma potrebbe essere l’opportunità per ascoltarsi e sentirsi legittimati ad esprimere la propria emotività senza censure o divieti, senza vergogna, senza l’obbligo di rimanere solo su piano organizzativo, come tendenzialmente accade in una consulenza legale. É importante per i partner coinvolti nel conflitto poter esprimere liberamente i loro vissuti, sentirsi accolti e meno soli in questo periodo delicato della loro vita. Questo inevitabilmente ha dei risvolti positivi anche nella gestione della genitorialità».

 Può cliccare qui chi è interessato a leggere la tesi di Mediazione Familiare di Manuela Ciavarella.

Le altre tesi sulla mediazione familiare dei partecipanti ai corsi di Me.Dia.Re. si trovano nella pagina Tesi dei Corsi di Mediazione Familiare, Penale…

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Abbiamo pubblicato “Ascolto e Mediazione dei Conflitti”

Il volume, fondato sulla ventennale esperienza di servizi di mediazione (familiare, penale, in ambito sanitario, organizzativo-lavorativo e scolastico) e di ideazione e realizzazione di corsi e progetti formativi all’interno dell’Associazione Me.Dia.Re., propone un modello definito “Ascolto e Mediazione“, fondato su una premessa teorica ma di forte rilievo pragmatico: se la funzione della mediazione è gestire i conflitti, allora occorre che tale strumento si adatti all’oggetto cui è destinato, per evitare che il percorso mediativo sia vissuto dalle parti come una sorta di conflitto al loro conflitto e, quindi, a loro stesse.
Il modello “Ascolto e Mediazione” persegue, in primo luogo, l’obiettivo di offrire ai confliggenti ciò che il conflitto tipicamente toglie, l’ascolto: l’ascolto da parte dell’altro, l’ascolto dell’altro e l’ascolto di sé stessi. Ma tale reintegrazione, che si realizza attraverso un esercizio consapevole e calibrato dell’empatia, si basa su premesse teoriche (anche fortemente filosofiche) e relazionali che tentano di tenere insieme due istanze pragmatiche: da un parte, una profonda osservanza dell’a-valutatività del mediatore; dall’altra, il tentativo di non lasciare lontane dalla mediazione le persone che la vivono come un disconoscimento della loro reazione all’ingiustizia altrui; o come un invito “indecente” a collaborare col nemico; oppure, ancora, come una richiesta di rinnegare i propri valori o di rinunciare a tutelare i diritti, gli interessi o gli affetti più importanti.

INDICE

  • Prefazione (Isabella Buzzi)
  • Modelli di mediazione (Mille mediazioni; Modelli di mediazione impostati sul passaggio dalla contrapposizione alla collaborazione; Modelli di mediazione intesi a produrre dei cambiamenti profondi)
  • Il conflitto (L’innesco del conflitto; L’escalation del conflitto)
  • Ascolto e Mediazione (La mediazione e le emozioni; Perché Ascolto e Mediazione e non solo Mediazione: il nesso tra il conflitto e l’ascolto; Le ombre prima delle luci: limiti e rischi dell’empatia; Il percorso di mediazione; Funzioni e difficoltà dell’ascolto nel percorso mediativo; Dagli incontri di mediazione ai colloqui post-mediazione: l’esempio di una mediazione di un conflitto tra coniugi; L’Ascolto e Mediazione non solo come modo alternativo di gestione del conflitto; Guardarsi dentro fa male, ma qualche volta è utile; Il codice etico)
  • La prassi dell’Ascolto e Mediazione. Una mediazione (quasi) senza obiettivi (Presupposti filosofici del modello Ascolto e Mediazione: la mediazione come prassi; La prassi della “mediazione del conflitto” e la mediazione trascendentale)
  • Bibliografia.

Tesi di Valeria Zanapa: Mediazione familiare, conflitto e violenza. Quando è opportuno mediare

La tesi di Valeria Zanapa per il Corso di Mediazione Familiare (Edizione XIV del Corso in Mediazione Familiare Novembre 2019, dell’Associazione Me.Dia.Re) affronta un tema complesso e scomodo ma doveroso, quello della violenza.

In particolare, in questa tesi non si limita a spiegare come deve comportarsi il mediatore familiare nei casi in cui, invece di trovarsi a gestire un conflitto, abbia a che fare con una situazione di violenza, ma ancor prima propone delle utilissime indicazioni sul come riconoscere tale situazioni e, quindi, su come prevenire il rischio di svolgere una mediazione familiare senza accorgersi della natura violenta della relazione.

Scrive, infatti, Valeria Zanapa che, il mediatore familiare deve astenersi dal «mediare situazioni nelle quali siano presenti abusi o violenze a causa dell’elevato livello di rischio per la vittima». E aggiunge:

«Il rischio di incontrare coppie con situazioni di violenza è più elevato quando è il giudice ad invitare le parti in mediazione. In questi casi il mediatore deve valutare attentamente se sussistono le condizioni di mediabilità, poiché appare prassi comune, da parte dei giudici, scambiare ciò che è ‘violenza’ con ‘conflitto’. Operare questa distinzione tra ‘conflitto’ e ‘violenza’ è dunque imprescindibile poiché il mediatore non deve in alcun modo rendersi complice di chi commette violenze e abusi e si prefigge l’obiettivo di strumentalizzare la mediazione, al fine di continuare ad esercitare potere e controllo sull’ex coniuge/partner».

 Del resto, come spiega in un altro passaggio, poiché il mediatore deve applicare la Convenzione di Istanbul (che, appunto, vieta la mediazione familiare nei casi di violenza), occorre che abbia più di un’idea generica su quali sono le dinamiche di potere e di controllo che possono instaurarsi all’interno di una relazione e, soprattutto, è necessario che sappia individuarle nella concreta realtà.

Può cliccare qui chi è interessato a leggere la tesi di Mediazione Familiare Valeria Zanapa.

Le altre tesi sulla mediazione familiare dei partecipanti ai corsi di Me.Dia.Re. si trovano nella pagina Tesi dei Corsi di Mediazione Familiare, Penale…

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