Intervista a Renzo Marcato: la gestione dei conflitti in azienda
«Per me la mediazione è uno strumento potente! Estremamente utile. E io continuo a pensare che all'interno delle aziende dovrebbe esserci del personale preparato da questo punto di vista».
Sono, queste, alcune delle riflessioni proposte, in questa ventiseiesima intervista di Conflitti in corso, da Renzo Marcato, cofondatore e AD di Abile Job, con un passato di lunga esperienza lavorativa nella gestione delle risorse umane all'interno di un grande stabilimento di una multinazionale.
Intervista a Federica Castellaro: la gestione dei conflitti in una cooperativa sociale
Il 25° video di Conflitti in corso, grazie all’intervista fatta con Federica Castellaro, presidente della Cooperativa Il Ricino ed educatrice, permette di affrontare contemporaneamente moltissime tematiche: le difficoltà e le responsabilità di chi ha un ruolo apicale rispetto ai conflitti e alle criticità relazionali che attraversano un gruppo di lavoro, la possibilità che i conflitti con l’esterno (con la committenza o con le persone prese in carico) producano malcontenti, disagi e conflitti interni all’équipe; la scomoda posizione del leader quando deve assumere provvedimenti che procureranno amarezza e sofferenza in un collega; la delicata funzione di presidiare la qualità e il senso sociale e umano dell’attività svolta in presenza di condizioni economiche scoraggianti; l’utilità della mediazione (svolta anche come supervisione) per la riflessione sui rapporti con gli utenti e di quelli interni all’équipe.
«Io penso che il lavoro sulla mediazione fatto con voi [l’intervento di ascolto e mediazione erogato da Me.Dia.Re. in termini di incontri di supervisione] sia stato davvero importante. Perché…».
Intervista a Antonella Pisegna: la delicata funzione dell’educatore – 24° puntata di Conflitti in corso
In questo 24° video di Conflitti in corso, non commentiamo il caso di un conflitto, ma intervistiamo Antonella Pisegna, consigliera d’amministrazione della Cooperativa Il Ricino ed educatrice con una solida esperienza alle spalle. Antonella ci parla, quindi, dello sfaccettato e complesso lavoro dell’educatore, esplorando anche i risvolti conflittuali – manifesti e latenti - che interessano sia i rapporti familiari tra le persone prese in carico, sia quelli tra costoro e l’educatore stesso. Senza trascurare anche la dialettica tra il lavoro concreto dell’educatore e il modo – spesso stereotipico – col quale viene rappresentato e percepito.
Ventesimo appuntamento di Note di mediazione: Tristezza (per favore vai via) di Ornella Vanoni
Il ventesimo appuntamento con Note di mediazione è centrato su un'altra emozione universale: la tristezza. Si ragiona, quindi, sulla sua comparsa frequente nei percorsi di mediazione, ma anche della sua gestione da parte del mediatore familiare (e, più in generale, del mediatore dei conflitti), tenendo presente quali sono le funzioni di tale emozione, le sue forme di manifestazione e i suoi significati. L'ispirazione è data da "Tristezza (per favore vai via)", conosciutissima nella versione cantata da Ornella Vanoni, nel 1967, a partire dal brano "Tristeza" scritto, nel 1963, da Haraldo Lobo e Niltinho.
Tesi di Mariagrazia Bertini: La Mediazione familiare: ruolo dell’avvocato e ruolo del mediatore
La tesi di Mariagrazia Bertini per il Corso in Mediazione Familiare esplora gli aspetti peculiari della mediazione familiare rispetto alle altre tipologie di intervento nella gestione dei conflitti e dopo aver esaminato le caratteristiche e il ruolo del mediatore familiare si sofferma sul ruolo, attuale o potenziale, che gli avvocati possono avere sia a margine che all’interno della mediazione familiare, riflettendo sui vantaggi che può portare una maggiore sinergia tra le due professioni.
«Il conflitto è innanzitutto relazione e come tale non va confuso con la violenza che presuppone invece l’assenza di relazione. Il conflitto allora va vissuto come parte di noi e merita il suo riconoscimento.
Ma dove è possibile dare voce al conflitto?
Certamente, uno dei luoghi istituzionalmente deputati a tale funzione è il Foro, nel quale le parti in conflitto possono depositare le proprie richieste e cercare risposta nella ‘Giustizia’ demandando la risoluzione del loro conflitto ad un Giudice naturale precostituito per legge, terzo e imparziale che deciderà chi ha torto e chi ha ragione in base alla Legge e al Diritto, nella cornice e secondo il rito del Processo.
Nel Processo però le persone entrano poco e hanno poca voce, perché anche la loro voce è demandata ad altri soggetti, gli avvocati.
Esistono però luoghi che consentono alle persone di sedersi e parlare. Uno di questi è la ‘stanza della mediazione’ (…).
Le parti sono direttamente responsabili del proprio conflitto e sono esse sole a gestire ogni aspetto della loro relazione, se pure con l’intervento di un terzo, appunto il mediatore.
L’autodeterminazione delle parti non esclude il compito e il ruolo dell’avvocato ma anzi lo presuppone.
Con l’aiuto del mediatore, infatti, le persone, in un certo senso, prendono in mano le redini della propria vita senza delegarla a terze persone ma allo stesso tempo hanno bisogno che tutto ciò rientri nella cornice normativa e giuridica del nostro ordinamento, onde evitare che i loro sforzi possano essere vanificati da un mancato riconoscimento giuridico della loro volontà».
Tesi di Irma Pinocchio: Mediazione familiare: la prigione emotiva nella danza del conflitto
Irma Pinocchio nella sua tesi per il Corso in Mediazione Familiare analizza la serie Kidding, perché, pur non essendoci come personaggio un mediatore familiare vero e proprio, presenta moltissimi aspetti che valgono ad illustrare il potenziale e l’efficacia della mediazione, soprattutto, a suo parere, quella proposta da Me.Dia.Re.: «la separazione a seguito di un evento critico della vita che ha spezzato una famiglia, l'importanza dell'ascolto, il fatto che i conflitti latenti possono incidere sulle funzioni genitoriali inglobando i genitori nel loro dolore e allontanandoli dai bisogni dei figli che si sentono soli, non capiti, non ascoltati. In particolare, il bisogno di essere ascoltati è un tema centrale in questa serie televisiva che si esplica nei vari personaggi e, quando le emozioni vengono riconosciute, i personaggi possono puntare al confronto e a quella catarsi di cui parla Morineau».
L’analisi di Irma Pinocchio è talmente accurata che non si limita a descrivere i punti salienti della serie televisiva, ma riprende i dialoghi dei personaggi, mettendo in luce osservazioni e collegamenti con le dinamiche del conflitto e le svolte consentite proprio dalla mediazione.
Tesi di Valeria Miele: La mediazione familiare: il linguaggio della trasformazione.
Nella tesi di Valeria Miele per il Corso in Mediazione Familiare si focalizza l’attenzione sugli ambiti della famiglia e del lavoro come due scenari particolarmente significativi in cui prendono vita alcuni dei conflitti più rappresentativi ed importanti della nostra esistenza. L’elaborato introduce la visione della famiglia in un’ottica sistemica, illustrandone i cicli evolutivi e la struttura di base e inquadrando il campo d’azione in cui si muove il mediatore familiare. Verrà approfondito l’ambito della mediazione esponendone il quadro generale relativo all’evoluzione del concetto e della pratica di mediazione nonché dei principali modelli mediativi, soffermandosi sul Modello Trasformativo. Si faranno dei riferimenti teorici ad alcuni assunti base sulla comunicazione e sull’empowerment per concentrare l’attenzione su concetti definiti propri della psicologia del lavoro. L’obiettivo è quello di illustrare il potenziale trasformativo di quel modello di mediazione non soltanto in ambito famigliare ma anche nel mondo del lavoro.
Tesi di Sabrina Raschellà: La Mediazione Familiare: un percorso tra emozioni, empatia e relazioni
Nella tesi di Sabrina Raschellà per il Corso in Mediazione Familiare si affronta con profondità il tema dell’ascolto. Ma, poiché l’ascolto e l’empatia sono strettamente correlati, nella sua tesi Sabrina si è soffermata non soltanto sulla persona in conflitto ascoltata dal mediatore, ma anche sulla persona del mediatore. Così, se per affrontare la vasta tematica dell'ascolto, correlata all'empatia, ha dato un rilevante spazio anche alla scoperta, da parte di Giacomo Rizzolatti, dei "neuroni-specchio", ha anche sottolineato che «la nostra capacità di metterci nei panni degli altri, che non significa, però, confonderci con l'altro».
Tesi di Francesca Salis: Il turning point della separazione coniugale e la scommessa della mediazione umanistico-trasformativa.
La tesi da Francesca Salis proposta per il Corso in Mediazione Familiare approfondisce la tematica del conflitto e delle sue dinamiche generali, cercando di metterne in luce non esclusivamente il suo carattere distruttivo ma anche quello processuale e catalizzatore del cambiamento. In questa prospettiva viene altresì esplorato il fenomeno del divorzio con un focus sulla gestione emotiva del lutto della separazione. In conclusione si delineano le impostazioni epistemologiche di due approcci alla mediazione familiare, il modello utilitarista e il modello umanisticotrasformativo, riflettendo sulle diverse metodologie applicate, sul ruolo del mediatore e sulle finalità della mediazione. Riguardo al secondo modello, scrive Francesca:
«Nel contesto della mediazione umanistico-trasformativa, ottenere, o migliorare, il senso di empowerment rispetto a sé stessi e alle risorse a disposizione, significa, per l'appunto, raggiungere quel grado di autodeterminazione e autonomia necessarie a dare una lettura diversificata della situazione e riacquisire il senso di controllo sugli eventi sia passati che futuri. Solo in questo modo infatti risulta possibile assumersi le proprie responsabilità rispetto alla separazione e al conflitto ad essa legato, prendere coscienza delle proprie potenzialità per trasformarlo e, eventualmente, agire di conseguenza tramite decisioni autonome e, auspicabilmente, rivolte alla ricerca di soluzioni comuni e collaborative»
Tesi di Marina Marino: L’importanza della mediazione familiare in ambito sociale ed educativo. La figura dell’educatore e quella del mediatore.
La tesi, proposta al termine del Corso in Mediazione Familiare da Marina Marino è permeata dalla riflessioni maturate nella sua esperienza professionale di educatrice socio culturale.
“Come educatrice socio-culturale mi occupo di famiglie multi-problematiche attraverso progetti territoriali di sostegno alla genitorialità e ho contatto diretto e quotidiano con i diversi membri del nucleo famigliare, adulti e minori. Così mi rendo conto di come non vi siano solo problemi di coppia da gestire, che coinvolgono i figli, come nei casi di separazione o divorzio, motivo per cui il servizio sociale, talvolta, si avvale del servizio esterno di mediazione familiare, ma vi sono molti altri problemi e disagi famigliari per cui una mediazione potrebbe essere utile. Come nelle relazioni tra genitori e nonni, tra figli e genitori, tra fratelli e sorelle, anche alla luce delle nuove trasformazioni degli assetti famigliari”.