Il riconoscimento e la mediazione

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Se è vero che molto spesso alla base dell'innesco del conflitto c'è un vissuto di mancato riconoscimento, che non raramente dà luogo a reazioni comportamentali foriere di analoghi vissuti in capo all'altro, qual è il compito del mediatore rispetto a tale dinamica conflittuale? Stimolare il riconoscimento reciproco oppure porsi egli stesso come soggetto che fa sentire riconosciuti gli attori del conflitto?