2002, muore il sociologo Pierre Bourdieu
"L'effetto su colui che subisce una violenza simbolica è di essere messo nella condizione di pensare che non sta subendo alcuna violenza."
Sakharov, un portavoce della coscienza per l’umanità, oggi come ieri
Sakharov, comunista e patriota convinto, qual'era, a trentadue anni, nel '53, divenne il padre della prima bomba H sovietica. Ma nel 1975 fu insignito del Nobel per la pace. Avendo compreso che la pace non può essere garantita dagli arsenali, né dalle minacce della guerra, aveva dedicato tutte le sue energie, come scienziato e come intellettuale, alla causa di una pace vera e globale, basata sul rispetto dei diritti umani per tutti, ovunque, senza eccezioni, e sulla difesa della libertà. La libertà di pensiero e di coscienza, la libertà di parola e di associazione, la libertà di stampa e di religione, la libertà di movimento e la libertà dal bisogno. Per queste battaglie fu arrestato e perseguitato dal regime sovietico, ma non si arrese mai. Le sue battaglie per lo stato di diritto, contro il nazionalismo e contro l’ottusità, i pregiudizi, la demagogia, le discriminazioni e le ingiustizie non hanno perso un grammo di attualità.
Morte di Lenin
Gli ultimi momenti dell'uomo che cambiò il volto della Russia, tanto in vita, quanto con la propria morte.
1944, bombe su Berlino
"Chi semina vento, raccoglierà tempesta" disse un comandante della RAF guardando Londra sotto le bombe. Mantenne la promessa con Berlino.
Jan Palach e la coscienza del popolo
«Palach ci ha spinti a porci una domanda che può fare di noi delle persone migliori: “Cosa ho fatto per gli altri? com’è il mio cuore? qual è il mio obiettivo? quali sono i valori più importanti nella mia vita?”», furono le parole pronunciate dal pastore Jakub S.Trojan sulla tomba del ventenne Jan Palach, che, cinquant’anni fa, per la libertà, a partire da quella di stampa, si era sacrificato .
Quelli del ghetto di Varsavia
Il 18 gennaio del 1943, quando i nazisti ripresero le deportazioni di massa verso i campi di sterminio, gli ebrei del ghetto di Varsavia li accolsero a schioppettate. E quando, il 19 aprile, tornarono per eseguire in pochi giorni "la liquidazione finale" trovarono dei combattenti. Non potevano credere che "quella marmaglia inferiore", quegli "ebrei codardi per natura" fossero disposti a battersi e morire, anche bruciati vivi, pur di non arrendersi. Quella del ghetto di Varsavia fu la prima rivolta urbana in Europa contro l'invasore nazista e fu d'esempio per quelle di altri ghetti tra cui quelli di Bialystok e Minsk, e quelle nei campi di sterminio di Treblinka e Sobibor . Oltre a coloro che furono massacrati, occorre ricordare anche coloro che sopravvissero, persone come Irena Sendler, Władysław Szpilman, Marek Edelman e Simcha Rotem.
Auschwitz: ultimo appello generale
Ultimo giorno, poi evacuate e distruggete tutto, perché nessuno venga mai a sapere che un milione di persone sono state assassinate.
Per fortuna, la storia prese un altro corso.
1968, la Valle del Belice dopo il sisma
Torniamo in quella valle con un altro paio di occhiali. Guardiamo di nuovo il terremoto del Belice, ma da un altro punto di vista.
Terremoto del Belice, Sicilia, 1968
Quindici scosse di terremoto distrussero una valle, 10 paesi e centinaia di migliaia di vite. Cinquant'anni di ricostruzione, ma la rinascita non si è ancora compiuta.