Il 24 luglio 1923 fu firmato il Trattato di Losanna e milioni di persone videro le loro vite cambiare radicalmente
Alla conclusione della Prima guerra mondiale, alcune popolazioni continuarono a combattere dure lotte per il riconoscimento dei propri diritti asseriti: in questo caso, Turchi, Greci e Armeni.
I primi andarono incontro a un conflitto per la propria indipendenza e promossero un radicale cambiamento della nazione: da sultanato a Repubblica. Tra il ’22 e il ’23 riconquistarono, quindi, alcuni dei territori persi con il precedente accordo, firmato con i vincitori della Grande Guerra, i quali riconobbero il nuovo stato delle cose. Chi perse i suddetti territori furono proprio i Greci, che dovettero dunque cedere Smirne e la Tracia.
Un fatto di interesse ancora attuale riguarda il cosiddetto Scambio di popolazione: parti delle reciproche minoranze etnico-religiose furono costrette a trasferirsi nei territori di ‘appartenenza’, per così dire, più prossima. La minoranza cristiana di stanza in Turchia fu spostata in Grecia, mentre i musulmani residenti in Grecia percorsero la strada al contrario: circa due milioni di persone in totale. Questo accadde sotto l’egida della comunità internazionale, all’epoca riunita sotto il nome di Società delle Nazioni. Alla quale fu richiesto, dalla Repubblica Ellenica, un aiuto nel gestire gli effetti sociali ed economici di tale cambiamento.
Infine, gli Armeni. Il trattato precedente (quello utilizzato dal partito di Ataturk per scatenare la sollevazione che portò, infine, alla Repubblica) ne riconosceva il genocidio ad opera dei Turchi e contemplava la fondazione di uno stato armeno. Se tale tentativo era già fallito l’anno precedente, il 1919, ora, nel ’23, le aspettative indipendentiste furono nuovamente frustrate: non fu riconosciuta nemmeno la distinzione etnica da altre popolazioni, avendo citato i diritti dei “sudditi non-musulmani della Turchia”.
Alessio Gaggero
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